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Confusione tra gli scacchi

In quel campo bianco e nero
Vi è racchiuso il mio pensiero
Circondato dal ricordo
Di quel mio cuor ormai morto

E annegando in quelli chiamati ricordi
Rividi una figura clandestina,
Il cui nome ormai distorto
E il volto tutto rotto

Si mosse così la regina di picche
Che trafiggendo il re del cuore
Vinse la partita dell’amore

Lorenzo Carbone

Migrazioni

Stormi di uccelli
migrano verso terre lontane
Come natura vuole.
Percorrendo le solite rotte,
accarezzati dal vento,
complice il sole,
ritrovano il calore.
Stormi di uomini
migrano verso terre straniere
come la guerra impone.
Per una via sconosciuta,
ammucchiati nelle stive,
inumiditi dalle onde
trovano il gelo.
Stormi di uccelli torneranno
a primavera
stormi di uomini no……..
Susy Savarese

Finestre come occhi aperti sul mare.
Il borbottio delle barche che rientrano dalla notte,
il latrare randagio dei cani –
l’alba e la sapienza del suo abbraccio
la terra che ne accoglie il bacio.

Una storia d’amore si ripete
davanti a ignari passanti.

Niente di improvviso, solo lentezza e tepore.
Fa eco il lontano rumore di una saracinesca.
Davide Zizza

Solitaria stagione

Solitaria stagione
questa di intenti sospesi
alla finestra opaca dei pensieri.
Può essere la corsa sul filo nero
l’ipotesi che si muove per l’aperto mare.

Non ho richieste né ragioni diverse
da quelle che il comune sentire
suggerisce all’ombra della sera.

Uguali crepuscoli i colori che si fanno
dentro il petto come uno smarrimento.

Camminiamo sempre dietro un filo
che non sappiamo di seguire
ignorando dove ci conduce.

Davide Zizza

Se io venissi sotto casa tua per portarti al mare, tu accetteresti?
E se poi con la pelle ricoperta di sale io iniziassi a parlare, tu mi ascolteresti?
Essere liberi e lasciare liberi, questo è l’amore.
Non è possesso, è libertà.
Non è ossessione, è un dono.
L’amore guarisce il dolore.
L’amore spazza via quella solitudine soffocante.
L’amore ci fa sentire più che mai vivi.
Come si può lasciarsi sfuggire un sentimento del genere
Antonio Oliverio

Con quali occhi

Con quali occhi guardo ancora il mio paese
bagnato dal mare e da lacrime di sangue,
con lo sguardo di un bambino senza meta
o di un illuso che cerca il suo riscatto
e che non trova altro che ricordi.
Se ti dicessi che io l’amo,
questa terra,
come si ama una madre in agonia
o un figlio sventurato in prigionia.
Per questo resto qui, tra vecchie mura,
respiro l’aria che sa di panni stesi,
di porto, vele, navi e antichi eroi
sognando di sbatter su uno scoglio
come fosse un polpo da arricciare
tutti i veleni e le infamie di una stirpe:
la male gente che non sa capire.
Giancarlo Cuomo

Lido Kursaal

Non amo ritornare/ogni anno/ allo stesso lido/- ma sono sempre qui-/ a ritrovare le stesse persone
Barche d’ogni grandezza/ ogni giorno/ puntano le prue/ verso i mari di Ulisse/ e con forza il passato riaffiora.
Tra il mare e la Capperina/ nitidi i ricordi delle veloci corse/ e i gioiosi capitomboli su carretti/ da mani infantili appena sgrossati/ giù per le polverose porte scee
Sempre pronti a rintuzzare il nemico di turno/ il cortile della vecchia scuola/ s’affacciava sul sacro promontorio/ non c’era bisogno di sognare/ un altro mondo oltre il capo.
I giochi d’estate, i tuffi e le infinite/ partite a pallone, tra la passerella, la rari Nantes/ e la capocabana nostrana,/ felici e sporchi di sabbia e di polvere di stelle,/ perennemente inseguiti dal feroce Gerace di turno.
Non amo ritornare/ ogni anno/ allo stesso Lido/ – ma il rito si ripete puntuale-/ a fare la conta di chi non c’è più.
Difficile ripartire, come conviene, / verso l’ultima metà col sorriso di Morgana/ improvvisi ostacoli e durature procelle/ spingono su rotte diverse/ l’isola del graal non sempre è vicina.
Anche le sirene di rade fabbriche, l’azzurro, /cangiante nel mare tra il Capo e il Lanternino/ e il profumo di vividi Rossi gerani/ mi riportano con nostalgia e amore/ a tempi e luoghi lontani…
Ci sarà più forza per altre ricerche e battaglie? \ Ci saranno ancora desideri e stimoli/ per dare senso e motivo a nuovi percorsi? /
“Nati non fummo a viver come bruti…”/ ma Itaca è sempre pronta con le sue lusinghe.
Su queste acque si affaccia la nostra città con/ le sue orgogliose miserie, gli antichi problemi,/ le dignitose bellezze e il fiero isolamento,/ intanto il grecale riporta i sogni omerici/ e migranti in cerca di fortuna tra ultimi e iellati
ma la tramontana spazza via giorno per giorno/ ogni voglia di crescita, integrazione e di riscatto.
Non amo ritornare/ ogni anno/ allo stesso Lido/ – ma il richiamo è pressante-/ ad accumulare ricordi ed emozioni.
Nel silenzio della calura estiva/ la voce del sig. Primerano/ con l’amplificazione gracidante/ il bagnino è desiderato/ con urgenza in direzione.
Carlo Ripolo

Mare

Riempimi l’anima
con l’abbondanza
Delle tue onde
quando
il vento le nutre di sè
Mare
Ed io sento il rumore del tuo essere
eterno e fresco e fluente
il tuo andare e venire
il tuo esserci e sparire
oltre l’orizzonte
dove libertà aspetta
che il tempo è chimera
dove aurora e tramonto
si inchinano al tuo cospetto
mentre il cielo fa da tela
allo spettacolo della natura
Susy Savarese

Migranti

Addio!
Non ho scelto né di nascere né di morire
Questa vita è stata niente
E niente era già molto
E adesso che niente è tutto quello che mi resta mi aspetto una preghiera ma mi basta il silenzio
Francesco Vignis

Del mare mi piace quando le onde accarezzano piano la spiaggia
Mi ricordano le carezze del tuo pensiero che arrivano dolci a questo cuore
Francesco Vignis