D’azzurro è colma la nostra dimora
il rifugio di noi profughi compagni
carichi di vita e di ingiustizie subite
Son celesti ed infiniti questi muri
Sovrastano i nudi corpi infreddoliti
Velati di blu i cristalli oltre i quali
il mondo si rivela senza più paura
Blu le catene che ci legano i polsi:
non sento più il loro clangore ma
il suono lieve che chiamasti amore
Nel mio specchio ho rivisto l’azzurro
di occhi acquosi di lacrime nascoste
che tu riconoscesti anche nel buio
e allora d’azzurro dipingesti la tua vita:
quanto lieve è il peso della gratitudine!
Antonella Amato