A lunghe bracciate sfuggivo il tuo sguardo
il mare colludeva con l’onde a lavare il ricordo di te
che mi opprimeva irrequieto.
Ma come spegnere a sera i battiti d’amore
che scaldavi dall’alba sulla grigia battigia al sole dell’est?
Tu, in lacrime, eri sfuggita al mio sguardo in un attimo,
come al batter d’ali di un gabbiano
che ha ritardato il suo volo.
Poi nel silenzio della notte
ti ritrovavo per strana malia,
e respiravo il tuo profumo
che sapeva di salsedine d’acqua marina
alla brezza sognante
del primo sole d’estate nel mese d’agosto.
Domenico Pitingolo