Amavi il bagno al tramonto
Ulisse
e nuotavi sempre più lontano.
Ed io, pieno d’angoscia,
presaga d’altri distacchi
t’aspettavo a riva
senza toccare l’acqua.
Poi ti vedevo nudo e bello
gocce sulla pelle
e l’odore del tuo corpo
misto a quello del mare
col desiderio che m’abbracciava
come te
nell’infinito.
E la tua voce rauca
tra i capelli
quel respiro folle:
“Vieni qui…
Calipso…
Piccola strada…”
E protestavo
mentre mi scioglievi i capelli
mentre mi toglievi le vesti:
“Ti prego…
aspetta…
abbiamo un letto…”
Ma la voce era già spenta
nel piacere che mi davi
su quella spiaggia calda
amore mio maledetto.
Paola Deplano